La criminalizzazione giudiziaria del movimento No TAV

20 Dicembre 2020 Off Di supportolegale

Come promesso, mettiamo in condivisione i materiali (QUI) sugli argomenti che dovevano essere oggetto di dibattito lo scorso 24 ottobre, in occasione dell’incontro annullato per le misure anti-covid19.
Ass. Bianca Guidetti Serra & SupportoLegale.org

La criminalizzazione giudiziaria del movimento No TAV: primi elementi per un’analisi scientifica e politica

Sin dall’inizio della lotta, e con particolare intensità negli ultimi dieci anni, il movimento No TAV si è dovuto confrontare con un livello altissimo di violenza istituzionale.
La  criminalizzazione penale, che in questi ultimi mesi ha registrato un ulteriore salto di qualità, è un aspetto rilevante di questa violenza.
La creazione di una corsia preferenziale per i procedimenti contro il movimento, con il coinvolgimento di  centinaia di imputati, l’esercizio dell’azione penale anche per reati “bagatellari”, l’abuso delle misure cautelari , l’utilizzo a piene mani del concorso e delle aggravanti, la particolare velocità dei processi,  la sproporzione delle condanne e delle sanzioni economiche, sono parte dell’esperienza concreta dei militanti, ed evidenti a chiunque soffermi lo sguardo sul fenomeno repressivo in Valsusa.
Ciò nonostante non ne è stata fin’ora definita in maniera compiuta un’analisi quantitativa e qualitativa basata su elementi certi, tale da permettere il passaggio dall’evidenza empirica all’evidenza scientifica, utile sia alla ricerca in ambito giuridico, che alla difesa legale, che alla denuncia politica.
Per questo motivo abbiamo ritenuto importante iniziare, tre anni fa, un’opera di archiviazione storica dei materiali processuali, che rendesse possibile, fra le altre cose, la misurazione del fenomeno e la sua  comparazione con altri campi di esercizio dell’azione penale.

Abbiamo tratto inizialmente ispirazione da un lavoro – già avviato da un attivista NoTAV – di annotazione dei procedimenti contro il movimento, per poi continuare con una lunga e complessa fase di ricerca con la digitalizzazione, l’archiviazione e la catalogazione sistematica della parte accessibile degli atti processuali  (datazioni delle fasi, dibattimento e decisioni, per i processi chiusi almeno in primo grado.
Contemporaneamente è stato approntato un software per la gestione delle informazioni e dei documenti, e si è avviata la creazione (ancora in corso) di un data base ad uso degli studi legali di riferimento del movimento No TAV.

Si è trattato di un impegno importante,  vista l’entità della “attenzione” giudiziaria verso l’opposizione al TAV. Un impegno che ha coinvolto per molti mesi varie compagne e compagni con una grossa mole di lavoro anche volontario.
Il progetto si è limitato a considerare i processi arrivati alla conclusione almeno del primo grado di giudizio al 31 dicembre 2017 (limite che abbiamo dovuto definire per commisurare il lavoro necessario alle risorse disponibili) con l’identificazione di 150 procedimenti iscritti al Registro Generale Notizie di Reato dal 2005 al 2016 e, per 85, la ricostruzione completa della storia processuale.

Su questi materiali sono ora disponibili i risultati di una prima esperienza di ricerca – ancora parziale – a cura di Alessandro Senaldi, che identificano alcune linee di tendenza di interesse rilevante.
Ne pubblichiamo una sintesi QUI, rimandando per un approfondimento più esteso alla lettura di:
Senaldi, A. (2020), I dati dei processi contro i/le No Tav: un contributo al dibattito, in Studi sulla questione criminale online, al link: Senaldi su studiquestionecriminale

Ass. Bianca Guidetti Serra & SupportoLegale.org